Carenza di vitamina D: livelli e sintomi

La vitamina D è una vitamina liposolubile fondamentale per il benessere dell’organismo, che viene sintetizzata prevalentemente attraverso l’esposizione al sole (colecalciferolo) e, in parte, con l’assunzione di alimenti che la contengono (ergocalciferolo). Viene prevalentemente accumulata nel fegato e rilasciata all’organismo in piccole dosi secondo necessità.

Più specificamente, con il termine “vitamina D” si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili composto da cinque diverse vitamine: D1, D2, D3, D4 e D5, le cui più importanti per la salute umana sono la D2 e la D3, entrambe caratterizzate da un’attività biologica pressoché analoga.

Il principale ruolo della vitamina D è quello di regolatore del metabolismo del calcio, e ciò significa che contribuisce attivamente all’azione di calcificazione delle ossa e alla salute dei denti, contrastando problematiche molto gravi come rachitismo, osteomalacia, deformazioni ossee di varia natura e parodontite.

Inoltre, risulta utile al mantenimento degli ottimali livelli di calcio e fosforo nel sangue e al loro riassorbimento a livello renale; promuove l’assorbimento del calcio a livello intestinale e favorisce la crescita ossea nei bambini.

Il fabbisogno giornaliero di vitamina D non è uguale per tutti gli individui, ma varia a seconda dell’età o della presenza di particolari fattori di rischio. Generalmente, oscilla tra le 400 e le 1000 unità al giorno.

Per quanto riguarda invece i valori in carenza, la Endocrine Society riferisce un livello di 25-idrossivitamina D nel sangue inferiore ai 20 ng/mL (50 nmol/litro) e l’insufficienza di vitamina D come livello compreso tra i 21 e i 29 ng/mL.

Cos’è la carenza di vitamina D?

La carenza di vitamina D prende il nome di ipovitaminosi D, e segnala l’assenza di adeguati livelli di questo gruppo di ormoni nel nostro organismo.

Tale condizione medica può essere il risultato di diversi fattori, tra cui i più comuni includono:

  • Inadeguata o assente esposizione ai raggi ultravioletti
  • Insufficiente apporto alimentare di cibi che contengono la vitamina D
  • Eccessivo uso di creme solari (una crema solare con protezione 15 è in grado di bloccare quasi il 100% di assorbimento cutaneo della vitamina D)
  • Alterazioni dell’assorbimento intestinale
  • Aumento del fabbisogno vitaminico
  • Assunzione di particolari farmaci, come antifungini, antivirali, medicinali antirigetto, anticonvulsanti, glucocorticoidi o colestiramina
  • Presenza di malattie renali
  • Presenza di condizioni epatiche

Esistono inoltre diversi fattori di rischio che possono inficiare la capacità dell’organismo di assorbire la vitamina D. In questo caso, i più importanti includono:

  • Tabagismo, poiché il fumo di sigaretta altera il metabolismo della vitamina D
  • Naturale avanzamento dell’età, perché con esso la cute perde parte della sua efficienza
  • Obesità, perché il tessuto adiposo “sequestra” la vitamina
  • Alcolismo, perché compromette la capacità di assorbimento intestinale della vitamina
  • Presenza di bypass gastrico, nuovamente perché riduce l’assorbimento della vitamina D lungo l’apparato digerente

La diagnosi di ipovitaminosi D può essere effettuata tramite la misurazione dei livelli di 25-idrossicalciferolo nel sangue e, in alcuni casi, tramite radiografie. Una volta accertata la carenza o addirittura la deficienza di questa vitamina, il medico proporrà la terapia più adeguata a ristabilire adeguati livelli vitaminici nel modo più rapido possibile.

È interessante notare che la carenza di vitamina D non è affatto una condizione rara: si stima infatti che, a livello mondiale, ne soffrano circa un miliardo di persone.

I sintomi dell’ipovitaminosi D

La carenza di vitamina D non è una condizione da sottovalutare, poiché un organismo in ipovitaminosi D vede compromessa la sua capacità di mineralizzazione ossea e risulta dunque più soggetto a patologie a carico dell’apparato scheletrico, prima fra tutti l’osteoporosi.

Non solo: diverse ricerche hanno evidenziato un legame tra l’ipovitaminosi D e la predisposizione a condizioni anche molto gravi, come l’ipertensione, la sindrome metabolica, il diabete. Infine, la carenza di questo gruppo di ormoni è correlata anche a un maggiore rischio di patologie cardiovascolari.

Ecco i sintomi a cui prestare attenzione e che potrebbero indicare una carenza o deficienza di vitamina D nell’organismo:

  • Dolore o indolenzimento alle ossa e alle articolazioni
  • Debolezza e atonia muscolare
  • Disturbi da fascicolazione muscolare
  • Ossa fragili e deformate nei bambini (scoliosi, varismo o valgismo delle ginocchia)
  • Ossa facilmente soggette a fratture negli adulti
  • Sensazione di stanchezza cronica
  • Difficoltà di concentrazione
  • Offuscamento della vista
  • Maggiore vulnerabilità alle infezioni
  • Ansia e depressione
  • Secchezza cutanea

Vale inoltre la pena menzionare che l’ipovitaminosi D è una condizione subdola, che tende a essere asintomatica fino a che i livelli di vitamina D sono davvero molto bassi.

Questo significa che, anche in assenza di campanelli d’allarme precisi, sarebbe sempre opportuno per tutti mantenere monitorato il valore di questo gruppo di ormoni con una certa regolarità, nell’ambito dei normali esami del sangue di controllo.

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